sabato 29 dicembre 2007

Il Passo del Serpente


Miti e leggende celtiche, cronaca e idillio si intrecciano nel primo romanzo del cele­berrimo autore di Dracula. Sullo sfondo delle colline irlandesi la storia d’amore tra un possidente inglese, Arthur Severn — pro­tagonista narratore —, e una giovane conta­dina, Norah Joyce, il cui padre è vittima di un usuraio, il malvagio Murdock. A rendere avvincente la trama saranno una leggenda e una storia, anch’essa dal sapore un po’ mitico, legate entrambe alla collina “Knockcalltecrore” — che in irlandese vuol dire “la collina del­l’oro scomparso” —, dove si racconta siano seppelliti la corona del Re dei Serpenti e il tesoro trafugato da alcuni soldati francesi del 1798. L’avido Murdock, che tiene in pugno l’intera contea “succhiandone il sangue”, è alla ricerca di questo tesoro e pur di averlo è disposto a tutto.

Pubblicato nel 1890, Il Passo del Serpente (The Snake Pass) è il primo vero e proprio romanzo di Bram Stoker dopo una breve novella “morale” dal titolo The Primrose Path, uscita a puntate sul settimanale dublinese The Shamrock nel 1875, e a seguito di una serie di racconti tra il fiabesco e il fantastico come The Crystal Cup del 1872 (in italiano La coppa di cristallo, Passigli 2007) o le storie riunite nella raccolta Under the Sunset del 1882 (Il paese del tramonto, Stampa Alternativa 1999).

Nato in Irlanda, Stoker ambienta The Snake Pass tra gli aspri paesaggi della regione occidentale dell’isola, in parte reinventati a scopo narrativo. Probabilmente ispirandosi al gotico di Joseph Sheridan Le Fanu sia nel ritratto d’ambiente che nella struttura “in accumulo” degli elementi di tensione, l’autore confeziona un mystery a tratti avventuroso, privo di autentici elementi fantastici ma pervaso di suggestioni leggendarie e fatate.

Appesantito da un sentimentalismo di maniera nel mettere in scena la canonica storia d’amore interclassista, prevedibilmente stereotipato nel ritrarre i caratteri, il romanzo trova il suo punto di forza nei capitoli iniziali nel corso dei quali il giovane inglese alquanto sprovveduto e impressionabile, proprio come il futuro Jonathan Harker nel Dracula (1897), viene introdotto alle storie e ai misteri del luogo.

Apertamente realistico nel linguaggio e nella rappresentazione del clima politico e delle condizioni di vita del tempo, Stoker adopera la riunione allo shebeen (l’osteria), durante una notte di tempesta, come palcoscenico sul quale introdurre i personaggi principali e, soprattutto, l'abile narrazione di un efficace sfondo tradizionale celtico, mitico e folkloristico basato sulla leggenda di San Patrizio, cui si attribuisce di aver scacciato via tutti i serpenti dall’isola, e la storia di un tesoro disperso durante i moti indipendentisti del 1798, appoggiati dai rivoluzionari francesi e soffocati nel sangue.

Le incantate atmosfere irlandesi faranno presa sulle fantasie del protagonista, latente elemento fantastico che tornerà ad affiorare nell’avanzare dell’intreccio, ma soltanto come esperienza onirica, un incubo premonitore che muove l’eroe in soccorso dell’amata:

“Improvvisamente ci fu un rumore orribile — una sorta di boato come di una valanga, e una specie di frullio come il battito di numerose e grandi ali. Ci stringemmo terrorizzati, aspettando il destino ormai prossimo. Poi, sopra la scogliera, si riversò l’intera massa della palude, puzzolente, fetida, terribile e con una forza incommensurabile. Proprio quando stava per toccarci e io stringevo forte a me Norah, in modo che potessimo morire insieme, e le sue grida disperate riecheggiavano nelle mie orecchie, l’enorme massa si trasformava in serpenti ripugnanti che contorcendosi si gettavano nel mare!”

Brano certamente suggestivo che, riportato a sé stante in quarta di copertina del volume, rischia di essere in qualche modo fuorviante nel presentare l’opera a un lettore occasionale dando impressione sia centrale, in essa, quell’elemento horror-soprannaturale che dall’autore di Dracula il pubblico si attende.

Il testo, complesso nel presentare incursioni frequenti nel vernacolo anglo-irlandese ottocentesco, è tradotto e puntualmente annotato da Cristina Zabeo e preceduto da un’introduzione di Franco Marucci, docente di Letteratura Inglese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, che lo inquadra nel proprio contesto storico e letterario.

Il Passo del Serpente
Bram Stoker
Palomar di Alternative, 2007
brossura, 360 pagine, Euro 19,50
ISBN 978-88-7600-228-1


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