venerdì 23 novembre 2007

La coppa di cristallo


Il nome di Bram Stoker (1847-1912) è indissolubilmente legato a uno dei romanzi più celebri di tutti i tempi, Dracula, che apparso nel 1897 ha ispirato innumerevoli adattamenti teatrali e cinematografici. Come spesso accade in questi casi, la straordinaria fama di un’opera arriva paradossalmente a offuscare le altre; tuttavia Stoker, che fu giornalista e critico teatrale per “The Evening Mail,” scrisse un gran numero di romanzi e racconti, fra i quali i tre qui riuniti: “La coppa di cristallo” (1872), “Il castello del re” (1876) e “Il costruttore d’ombre” (1881). Colpisce in particolare, in questi racconti, che si presentano come altrettanti apologhi su Amore e Morte — e non solo l’amore fra uomo e donna, ma anche, come nel terzo racconto, quello fra madre e figlio —, la capacità visionaria dell’autore, nonché la sua abilità nel proiettare all’interno di rappresentazioni mitiche, favolose, oniriche (quasi un aldilà della vita ricavato allegoricamente dalla vita stessa) intense e affascinanti storie di separazione e di ricongiungimento.

Tre dunque le storie di Bram Stoker proposte in questa minuscola raccolta, tradotta per Passigli da Simone Garzella. Tutte appartenenti a un periodo giovanile dell’autore, non troppo mature nei loro toni melodrammatici di fiabe fantastiche e accomunate da un filo conduttore che trova l’Amore idealmente prevalere sulla Morte.

Il racconto di apertura è il solo del volumetto a risultare inedito in italiano. Ne La coppa di cristallo (The Crystal Cup), è l’arte a dare riscatto all’amore oltre e attraverso la morte, per mezzo di un calice nella cui realizzazione un artigiano, prigioniero, riversa la sua stessa vita.
Il castello del re (The Castle of the King) segue il percorso di un poeta, tra allegoria e sogno, per raggiungere l’amata sin nel regno dei morti, mentre ne Il costruttore d’ombre (The Shadow Builder) è una madre che cerca di strappare alla morte il figlio lontanissimo, disperso in mare. Favole romantiche, gravate di esasperate metafore e moralismi vittoriani, entrambe incluse nella collezione fiabesca Under the Sunset del 1882, già integralmente pubblicata in Italia come Il paese del tramonto da Stampa Alternativa nel 1999.

Opere lontane dallo Stoker migliore o più rappresentativo, interessanti comunque nello sviluppo di un autore e di un’epoca che, nel bene e nel male, hanno segnato un punto di passaggio fra il crepuscolo del gotico e la nascita del romanzo horror moderno.
Più perplesso può restare chi si avvicini al nome in copertina cercandovi un’eco del Dracula o dei più noti suoi racconti del terrore, specialmente in assenza di un qualunque tipo di apparato critico o introduttivo a illustrare la natura del libro. Non una nota esplicativa, non un riferimento bibliografico né altra presentazione oltre alle poche righe sul risvolto di copertina, citate qui in apertura.
Insieme alla rarefazione delle pagine, la totale mancanza di interventi in appoggio al testo appare ormai come una ricorrenza abituale (e piuttosto desolante) in piccoli e grandi editori.

Destino dell’appassionato di weird e horror in Italia è poi quello di ricomprare continuamente gli stessi racconti, per poter catturare un “effettivamente inedito” in mezzo a pagine riempite altrimenti di ristampe e di riproposte in altro titolo. Giusto un anno fa, presso diversa casa editrice faceva la sua comparsa un La catena del destino e altri racconti inediti di Bram Stoker il quale di inedito, nonostante l'intestazione, aveva al massimo la disposizione dei contenuti in unico volume. Ma un’altra novità stokeriana dovrebbe arrivare a giorni in libreria con Il passo del serpente (The Snake’s Pass, 1890), primo romanzo dello scrittore irlandese, in uscita per Palomar di Alternative.

La coppa di cristallo
Bram Stoker
collana Le occasioni, Passigli, 2007
brossura, 83 pagine, Euro 8,50
ISBN 978-88-368-1044-4


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