domenica 6 gennaio 2008

La lista della spesa di Lovecraft


Ci avevamo giocherellato sopra in un post precedente, ma da allora pare che il fantomatico Le liste della spesa di H.P. Lovecraft voglia assumere una propria vita da pseudobiblium. Idea balzana ma neanche poi troppo assurda, in fondo, perché volendo compilare una cosa del genere il materiale nemmeno occorrerebbe inventarselo: basterebbe frugare un po’ tra le migliaia di pagine d’epistolario.

In particolare, una sorta di “lista della spesa” c’è davvero, in una lettera del 20 dicembre 1936 a Jonquil Stephens, la prima moglie di Fritz Leiber. Sia lei che il marito corrisposero con Howard Phillips Lovecraft nel corso dei suoi ultimi sei mesi di vita, e proprio Jonquil si dimostrò preoccupata per la salute del gentiluomo di Providence e l’estrema povertà della sua dieta.

La risposta di Lovecraft si trova nella parte centrale della lettera, tratta da Selected Letters vol. V, 1934-1937, Arkham House 1976 (n.912, pag. 379) e del tutto inedita in italiano:

“Parlando di questioni economico-industriali — mi lasci assicurarle che un programma dietetico da 2 o 3 dollari a settimana non implica nemmeno una particola di malnutrizione o sgradevolezza al palato, sempre che uno sappia che cosa prendere e dove procurarselo. Le scatolette e i delicatessen celano possibilità meravigliose! Porridge? Mehercule! Al contrario, i miei gusti reclamano i più piccanti e speziati ingredienti concepibili, e dessert che siano prossimi quanto possibile al 100% di C12H22O11. In effetti, di quest’ultimo articolo non ne consumo mai meno di quattro cucchiaini in una normale tazza di caffè. Pietanze preferite — spaghetti italiani, chili con carne, goulash ungherese (salvo quando posso avere carne bianca di tacchino in salsa piccante). Se questo è ascetismo, sfruttiamolo a pieno! Quanto agli elementi di spesa — per cominciare, mangio due volte sole al giorno per scelta… o piuttosto, per opportunità digestiva. Avevo adottato tale programma di due pasti molto prima di dover fare economia. Il resto è meramente questione di giudizio e lungi da una scelta di auto-privazione. Andiamo a investigare le razioni di una giornata tipica.

(a) Colazione (che io la mangi prima o dopo essermi ritirato, dipende se mi ritiro alle 2 a.m. o alle 9 a.m. o in qualche altra ora. Il mio programma di sonno e veglia è molto flessibile.)

    Ciambella dello Weyhasset Pure Food Market . . . 0.015

    Formaggio York State Medium (per amor delle cifre tonde) . . . 0.060

    Caffé + latte condensato Challenge Brand + C12H22O11 . . . 0.025

    ___________________

    Totale Colazione . . . 0.100

(b) Cena (che ha luogo vagamente tra le 6 e le 9 o 10 p.m.)

    1 scatoletta Rath di chili con carne* . . . 0.100

    2 fette di pane Bon Bread . . . 0.025

    Caffè (con accessori come sopra) . . . 0.025

    Fetta di torta oppure quarto (od ottavo) di crostata . . . 0.050

    ___________________

    Totale Cena . . . 0.200

    ___________________

    Totale Complessivo per Giorno Intero . . . 0.30

    7

    ___________________

    Totale Medio per Settimana . . . 2.10

( * oppure pasticcio di manzo in scatola Armour o fagioli pronti dal delic., o salsiccia di Francoforte Armour o spaghetti con polpette di carne Boiardi, o chop suey dal delicatessen o zuppa di verdure Campbell, etc., etc., etc.)

Talvolta, ovviamente, ci sono esorbitanti aggiunte — come frutta a colazione, o formaggio e torta a cena, oppure una barretta di cioccolato o un gelato fuori orario, o una pietanza di carne che costi più di 10 centesimi, o altri sibaritici lussi. Ma perfino le più luculliane indulgenze raramente toccano un settimanale di 3 dollari. E di questo il Vecchio ancora vive — in un discreto vigore e stato di salute! Abbastanza stranamente, ero un semi-invalido nei vecchi giorni quando non facevo economia. Porridge? Non per il Nonno!......”


A titolo di nota, facendo finta che già lo sapessimo: "Mehercule!" è un’esclamazione volgare latina; con delicatessen s’intendono anche i cibi pronti del negozio; C12H22O11 è formula chimica dello zucchero e il chop suey è un piatto della cucina cinese americana. Il testo integrale della lettera si può leggere in lingua originale sulle pagine di NehwoN, sito web francese dedicato a Fritz Leiber.


3 commenti:

Alessio Valsecchi ha detto...

Tranquillo che 'sto libro si scriverà da solo... ;-)

Unknown ha detto...

i libri di ricette e mangerecci tirano sempre ... quasi un format tv:
che mangiava HPL?

Andrea Bonazzi ha detto...

Ciao Mariano! : )
Che mangiava? Di certo non cucinava da solo: tutta roba pronta o da scaldare. Gli piacevano i fagioli, il formaggio, le carni bianche... Il piccante in età matura: chili; curry; goulash. gli spaghetti al ragù di carne col parmigiano. Per essere fondamentalmente xenofobo, andava invece d'accordo con le cucine straniere: nei ristoranti di NY mangiava italiano, greco, ungherese, cinese...
Andava matto per i dolci: ogni volta quattro cucchiaini di zucchero nel caffé... il gelato (vaniglia e caffé)... la cioccolata... le torte alla frutta.
Comunque i suoi gusti alimentari sono riassunti in una pagina del sito hplovecraft.com attraverso brani estratti dalle Selected Letters: QUI.