martedì 3 giugno 2008

Lo zio Silas


Maud Knolleys è figlia e unica erede di un possidente ricco ed eccentrico che vive una vita in assoluta segregazione; quando il padre muore, viene affidata alla custodia dello Zio Silas. Questi cadde in disgrazia anni prima, quando un uomo a cui doveva un’ingente quantità di denaro morì a casa del debitore, suscitando i pettegolezzi dei vicini che insinuarono si fosse trattato di omicidio e non di suicidio. Maud sarà sotto la tutela dello zio fino a quando non diventerà maggiorenne e, se dovesse morire prima di quella data, Silas erediterà ogni sua proprietà...

Pubblicato nel 1864, “Uncle Silas” fu il primo romanzo dell’irlandese Sheridan Le Fanu a ottenere grande successo in Inghilterra, ed è unanimemente considerato la sua opera migliore e uno dei grandi capolavori della letteratura gotica, precursore dei moderni thriller psicologici. Da “Uncle Silas” sono stati tratti il film omonimo (1947, in italiano “Il segreto del castello”) interpretato da un’allora giovanissima Jean Simmons, e la miniserie tv “The Dark Angel” (1978), con Peter O’Toole protagonista.

Non c’è male: il lettore italiano ha dovuto attendere soltanto centoquarantatre anni prima di vedere in traduzione quello che altrove è ormai considerato un classico della letteratura, messo in scena già nel 1893 presso lo Shaftery Theatre di Londra e più volte adattato per il cinema e la televisione.

Complice di tanta distrazione, forse, l’appartenenza dello scrittore a un genere poco considerato presso la nostra editoria... la quale, peraltro, piuttosto che andare a pesca in un mare di inediti si accontenta di ristampare a oltranza il solito consolidato bouquet di narrativa breve, dello stesso periodo, del medesimo genere d'orrore gotico e altrettanto libera da copyright. Ma nonostante il risparmio su diritti d'autore, ampliamente decaduti, a quanto pare da noi certe cose non si pubblicano lo stesso, ritenute magari antieconomiche in quanto “troppo lunghe.” Carta e stampa pesano, sulla misura delle centinaia di pagine, e chi traduce continua ad avere il singolare (sacrosanto) vizio di voler essere prima o poi pagato. Più comodo allora proseguire il riciclo di quanto già disponibile e “sicuro.”

Ogni tanto, però, qualcuno c’è che per passione o altra forma di lungimiranza osa rischiare quel qualcosina in più. E se tanto si è atteso, de Lo zio Silas di Joseph Sheridan Le Fanu abbiamo oggi un’edizione ideale e in ottima veste editoriale, finalmente pubblicata dalla firma specializzata di Gargoyle Books, nella puntuale traduzione di Annarita Guarnieri e con la cura di Paolo De Crescenzo il quale correda il testo di un indispensabile apparato di note esplicative.

Opera principale di Le Fanu, Uncle Silas trova la sua prima pubblicazione autonoma nel 1865, in tre volumi presso l’editore londinese Bentley, dopo essere apparso a puntate sul Dublin University Magazine tra il luglio e il dicembre dello stesso anno. Sulla medesima rivista, nel novembre del 1838 era apparso in forma anonima il racconto A Passage in the Secret History of an Irish Countess, uscito poi col titolo di The Murdered Cousin nell’antologia Ghost Stories and Tales of Mystery del 1851: la storia originale che l’autore rielaborerà nella struttura definitiva del romanzo, spostando l’ambientazione dalla natia Irlanda a un Derbyshire di certo più appetibile e familiare ai gusti del grande pubblico inglese.

Ultimo erede di un gothic novel oramai esaurito, confluito con tutte le sue stereotipate formule nel nuovo e popolarissimo “romanzo a sensazione” dal quale proprio Le Fanu, nella premessa al suo libro, tiene a prendere le distanze, Lo zio Silas si rende un perfetto tratto d’unione fra tradizione gotica e moderno thriller di stampo psicologico.

Come nel romanzo gotico, al centro della vicenda è la fanciulla in pericolo contrapposta a un “cattivo” che per fascino, complessità e memorabile figura si rende autentico protagonista persino restando fuori scena. Nemmeno manca qualche ombra spettrale, ma appena di sfondo: collaterale accenno a impressionare i personaggi affinché l’inquietudine si trasferisca in chi legge. L’elemento soprannaturale resta altrimenti assente, per quanto sinistre e misteriose si mantengano le atmosfere, dosando una crescente tensione su fosche ma umanissime macchinazioni, realtà in sospeso fra sottintese minacce e svolte drammatiche tanto nell’incombere quanto nel realizzarsi. L’eroina, voce narrante, dovrà tuttavia cavarsela da sola in tutto pratico realismo, senza provvidenziali cavalieri in suo soccorso.

Dei nove romanzi firmati da Sheridan Le Fanu (1814-1873) nel corso della sua carriera, due soltanto finora avevano trovato versione italiana: The Room in the Dragon Volant, del 1872 (come Il drago volante, Corriere della Sera, 1919; poi La locanda del Drago Volante, Serra e Riva, 1982) e Guy Deverell, del 1865 (Bariletti Editori, 1990). Per il resto, lo scrittore anglo-irlandese resta conosciuto in Italia solo per la celebre novella vampirica Carmilla (1872), oltre che per le sue straordinarie storie di fantasmi.

Il volume è introdotto da una corposa prefazione di Sandro Melani, docente di Letteratura Inglese presso l’Università della Tuscia di Viterbo, a inquadrarne il contesto storico e letterario. L’intervento, cui si deve le scelta de La ragazza alla spinetta di Jan Vermeer quale rappresentativa immagine di copertina, è liberamente scaricabile in formato Pdf dalla pagina di news sul sito dell’editore gargoylebooks.it.

Lo zio Silas
Joseph Sheridan Le Fanu
collana Gargoyle Books 17, Gargoyle Books, 2008
rilegato, 558 pagine, Euro 16,00
ISBN 978-88-89541-27-2


2 commenti:

galerius ha detto...

"La Locanda del Drago Volante" è un feuilleton/thriller magari un po' ingenuo per i parametri d'oggi, ma molto avvincente e che si legge con piacere.
"Guy Deverell" è un titolo che, invece non conosco ; merita ?

Prenderò senz'altro questo "Zio Silas", sperando bene ( alcune ghost stories di LeFanu non mi hanno entusiasmato, devo confessare ).

Andrea Bonazzi ha detto...

Un romanzo minore, Guy Deverell è un mistery (niente sovrannaturale)che gira intorno a una "stanza misteriosa" in ambiente circostritto e con tocchi d'umorismo... più prossima al giallo forse che al gotico.
Sarà dura trovarlo, immagino. Mando la quarta di copertina in privato (sul vegettalogo manca).