giovedì 27 settembre 2007

I miti di Cthulhu di Alberto Breccia


A oltre un quarto di secolo dalla sua precedente edizione italiana, dal 2004 è finalmente tornata disponibile la raccolta de I miti di Cthulhu (Los Mitos de Cthulhu, 1972) di Alberto Breccia, pubblicata dalla bolognese Comma 22 come seconda uscita, dopo Incubi nel 2003, di una collana espressamente dedicata all’artista uruguaiano.

Il volume riunisce le nove storie, tratte dal ciclo narrativo di Howard Phillips Lovecraft, realizzate da Breccia su puntuale adattamento del poeta argentino Norberto Buscaglia. Nell’ordine: La ricorrenza; La cosa sulla soglia; La maschera di Innsmouth; La città senza nome; L'orrore di Dunwich; Il richiamo di Cthulhu; Il colore che cadde dal cielo; L'abitatore del buio e Colui che sussurrava nelle tenebre.

Quasi tutte le storie sono apparse in Italia sul mensile Il Mago fra il 1973 e il 1975, per poi confluire nell’albo I miti di Cthulhu edito nel 1978 da L’isola Trovata di Bologna, con l’esclusione di Colui che sussurrava nelle tenebre. La versione del racconto venne infatti pubblicata in Argentina solo nel 1979, e presentata in italiano nel novembre 1982 sul numero 11 della rivista Alter Alter.

Alberto Breccia è fra gli autori che maggiormente, nel proprio periodo, hanno contribuito a nobilitare i comics come forma d’arte. Proprio con il ciclo de Los Mitos de Cthulhu il grande disegnatore trova nuove forme espressive, inedite nel suo contesto, combinando insieme tecniche del tutto dissimili e sperimentando contaminazioni dal fotografico al pittorico, alla ricerca del più efficace approccio per ritrarre l’irraffigurabile, come egli stesso descrive.

“Mi sono reso presto conto che l’approccio tradizionale del fumetto non bastava a rappresentare l’universo di Lovecraft. Allora ho cominciato a sperimentare nuove tecniche come il monotipo o il collage. Questi mostri senza forma, simili a quelli che avevo disegnato ne L’Eternauta, son così fatti perché non volevo limitarmi a darne un’interpretazione personale; volevo che ogni lettore vi aggiungesse del suo, che potesse utilizzare questa base informe che gli ho fornito per sovrapporvi i propri timori, la propria paura… All’inizio ho raccolto in un certo senso una sfida: volevo sapere se ero capace di disegnare ciò che Lovecraft descriveva. Non so se ci sono riuscito, ma vi posso assicurare che durante i due o tre anni che mi ha preso la realizzazione di questo lavoro, ho vissuto completamente immerso nel mondo del solitario di Providence.”

Le soluzioni visive di Breccia restano una straordinaria e positiva eccezione nella resa dell’alienità lovecraftiana, altrove e ancor oggi troppo spesso fallimentare. Ineguagliabili nel suggerire senza svelare, partendo dai dettagli di un realismo quasi accademico dell’ambiente sino a insinuarvi la presenza d’indefinibili orrori, aggirando le forme del caos con tratti sfumati e forti pennellate, utilizzandone i segni come le reticenze e l’esasperata aggettivazione dell’originale letterario cui s’ispirano. Personalissime e ben amalgamate nel passaggio, traumatico ed estraniante, fra la netta espressione grafica del quotidiano e le surreali licenze artistiche dell’orrifico, le tecniche del disegno si evolvono nel corso del tempo. Le ultime storie tendono a stravolgere anche la realtà umana, le stesse figure dei personaggi si stilizzano, e le tavole si fanno più astratte, comunicando da subito un’allucinata inquietudine. Un percorso d’ideale discesa nella percezione dell’universo impazzito di Lovecraft, che il lettore si trova a condividere nel complesso dell’opera.

La scrittura di Buscaglia supporta con efficacia l’atmosfera delle note storie originali, mantenendo una narrazione in prima persona, essenziale e quasi priva di dialoghi. Nel rispetto dei testi delle precedenti versioni italiane, comunque rinnovati nel lettering, la presente edizione ha il pregio di riprodurre le tavole originali del fumetto, con la sola eccezione de L'abitatore del buio, i cui disegni risultano in parte perduti. I toni di grigio della stampa restituiscono così, letteralmente in ogni sfumatura, le profondità del complesso lavoro di Breccia, spesso altrimenti appiattito da tante riproduzioni in semplice bianco e nero.

Il prezzo del volume non è certo troppo abbordabile, ma trova piena giustificazione nella cura dell’insieme, oltre che per l’elevato numero di pagine e l’ottima rilegatura. La postfazione, che porta la firma di Latino Imparato, è illustrata infine con alcuni studi preparatori per le tavole de Il richiamo di Cthulhu.

Autentica pietra miliare nella storia delle cosiddette “nuvole parlanti”, il libro rappresenta un fondamentale punto di riferimento nel suo genere, sia per gli estimatori del maestro sudamericano che per gli appassionati del Gentiluomo del Rhode Island.

I miti di Cthulhu
Alberto Breccia
Collana Alberto Breccia, Comma 22, 2004
copertina rigida, 128 pagine, Euro 22,00
ISBN 88-88960-01-5


(Recensione pubblicata su HorrorMagazine il 14 aprile 2005)

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