mercoledì 19 settembre 2007

Il velo strappato e altre storie


Per molti lettori sarà una rivelazione scoprire che quattro grandi scrittrici dell'Ottocento, note per romanzi più impegnativi, si divertivano a coltivare un genere considerato minore come il racconto dell'orrore e del mistero. È proprio attraverso la narrazione di fatti inspiegabili ed eventi soprannaturali che la loro immaginazione poteva liberarsi dai condizionamenti della morale dell'epoca, contrabbandando spiacevoli verità e dando voce a desideri proibiti. Solo alla fine de Il velo strappato di George Eliot, le visioni profetiche e le allucinazioni del protagonista rivelano la loro reale natura condannandolo a un terribile destino. In Dietro la maschera, Louisa May Alcott, che deve la sua fama al classico e benpensante capolavoro Piccole donne, butta alle ortiche i buoni sentimenti e dietro un viso d'angelo nasconde un'affascinante e malvagia creatura intenta a compiere la sua ostinata vendetta. Charlotte Perkins Gilman con La carta gialla rivela le inquietudini di un'immaginaria malata di nervi che un marito troppo amorevole costringe a un riposo forzato in una stanza piena di ombre. Arrivata infine in un "paradiso troppo perfetto", l'irrequieta moglie del racconto di Edith Wharton, La pienezza della vita, rimpiange la tranquilla monotonia del proprio matrimonio, mandando al diavolo il mito dell'anima gemella.

Fra i meriti de La Tartaruga, dal 1975 principale marchio dell’editoria al femminile, di certo c’è quello di aver contribuito alla riscoperta, in Italia, di una chiara vocazione fantastica in diverse autrici anglosassoni tra il XIX e il XX secolo, donne che utilizzarono gli elementi della ghost story e del mistero per affrontare temi e istanze improponibili altrimenti a quel tempo, dalla decana Mary Shelley ai nomi selezionati da Richard Dalby per Il grande libro dei fantasmi, che riunisce in edizione italiana i tre volumi di The Virago Book of Ghost Stories dall’età vittoriana al Novecento.
Il velo strappato e altre storie prosegue in questa direzione, riunendo quattro racconti tardo-ottocenteschi tra il fantastico e l’orrore psicologico, tutti usciti a suo tempo su rivista, classici del genere e meno noti esempi di altrettante firme di prestigio.

Parlando di classici, scontata la presenza di George Eliot (pseudonimo di Mary Ann Evans, 1819-1880) con The Lifted Veil, pubblicato nel luglio 1859 sul Blackwood's Magazine di Edimburgo, una storia tragica di premonizioni e chiaroveggenza lontana dall’abituale realismo dell’autrice, che si addentra qui in speculazioni pseudoscientifiche più che preternaturali, un po’ alla maniera della Shelley. Tradotto da Francesca Avanzino, Il velo strappato era stato già pubblicato in passato presso il medesimo editore.

Lo stesso vale per l'inquietante The Yellow Wallpaper dell’americana Charlotte Perkins Gilman (1860-1935), pietra miliare non solo di un fantastico femminile e femminista ma di tutto un filone weird in bilico tra follia e possessione, realistici orrori e suggestioni dell’inspiegabile. La carta gialla, tradotto da Bibi Tomasi, è apparso in origine su The New England Magazine del gennaio 1892 e resta la più famosa e ristampata fra le opere della Gilman, altrimenti poetessa e riformatrice sociale.
Entrambi titoli costantemente in stampa o reperibili in più di un’antologia.

Benché indissolubilmente legata alla sola “letteratura per l’infanzia”, almeno per il grande pubblico, Louisa May Alcott (1832-1888) ha scritto per il mercato più popolare anche un certo numero di thriller d’effetto, e storie nere e soprannaturali alcune delle quali solo recentemente ritrovate. Più interessante, quindi, la proposta del suo lungo racconto Dietro la maschera nella traduzione di Simonetta Mustari.
Pubblicato sotto il nome di ''A.M. Barnard'' sul periodico Flag of Our Union fra l’ottobre e il novembre 1866, Behind A Mask; or, A Woman Power è un mistery incentrato sulla figura di una vendicativa governante, scabrosa erede degli implacabili villains maschili del romanzo gotico e vera protagonista delle trame oscure di questa vicenda. Un prototipo di “donna fatale” che innanzi a una delle sue vittime dichiara: “Io sono una strega, e un giorno il mio travestimento svanirà e mi vedrete come sono.”

Chiude il volume The Fullness of Life, rara opera giovanile di Edith Wharton (1862-1937) nella versione italiana di Laura Rossi, una fantasia ultraterrena alquanto differente dalle tipiche e rarefatte ghost stories della Wharton, tutte giocate sul filo dell’esitazione.
Apparso sullo Scribner's Magazine del dicembre 1893, La pienezza della vita è uno dei suoi primi racconti, che non volle tuttavia includere in alcuna delle raccolte pubblicate in vita, considerandolo immaturo o assai più probabilmente a causa degli elementi autobiografici contenuti, troppo facilmente riconducibili al suo primo matrimonio persino nei precisi riferimenti d’ambiente.

Manca però un’introduzione a presentare e legare insieme il tutto, a fare approfondimento su contenuti e autrici al di là delle note biografiche di fondo. La presenza, insomma, di un qualche apparato critico… le cui funzioni, come si osserva in generale e sempre più di frequente in libreria, tendono ormai quasi ovunque a delegarsi ai soli risvolti se non alla quarta di copertina, con buona pace di un lettore sempre più occasionale che già più non distingue tra informazione e promozione.

Il velo strappato e altre storie. I migliori racconti del mistero
Louisa May Alcott, George Eliot, Charlotte Perkins Gilman, Edith Wharton
Collana Narrativa, La Tartaruga, 2007
brossura, 294 pagine, Euro 16,50
ISBN 88-7738-457


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