In uno sciamar di voci da un capo all’altro della rete, eravamo rimasti alle poche e più o meno ufficiali news relative ai progetti di Guillermo del Toro. L’ultima e più attendibile fra le notizie la rivelava lui stesso, in una intervista a The Hollywood Reporter del 6 febbraio 2007: ”Ci sono due progetti che da tredici anni sto inseguendo, in una forma o nell'altra. Uno è ‘(Il conte di) Monte Cristo’, e l'altro ‘At the Mountains of Madness’, ed entrambi sembrano andare avanti. Sto filmando un trailer per (l'adattamento della novella di H.P. Lovecraft) ’At the Mountains of Madness’. È in via di finanziamento (da parte della Warner Bros. Pictures). Giro un trailer per mostrare loro come questo mondo sia assolutamente unico. Se viene fuori nel modo giusto, penso che allora mi daranno i soldi (per fare il film).”
Poco prima, sempre nel mese di gennaio, un’entusiastica recensione dello script originale firmato da Del Toro insieme a Matthew Robbins era apparsa sulle pagine di latinoreview.com: “La sceneggiatura ha l’azione, ha l’avventura, ha la fantascienza, e di orrore ne ha certamente a palate. A meno che il copione non abbia mostri, Guillermo non li rivela.”
E ancora “Lo script ha anche atmosfera,” prosegue Latino Rewiew analizzando le 106 pagine del soggetto per attribuirgli infine il massimo dei voti, con l’aggiunta di un “a complete miracle” (un vero miracolo) a titolo di lode.
Attraverso il sito ufficiale deltorofilms.com veniva annunciata nel frattempo la collaborazione di William Stout, illustratore non digiuno di temi lovecraftiani, che aveva già lavorato a Il labirinto del fauno (2006) per accingersi quindi a visualizzare le alienità antartiche di Alle montagne della Follia.
Da gennaio in poi, appunto, un vuoto di notizie... Rassegnandoci all’idea che dopo Hellboy 2: The Golden Army, attualmente in lavorazione, dovesse esserci un ennesimo adattamento di Tarzan sulla tabella di marcia del talentuoso regista (consentitemi l’aggettivo; qui non è un abusato stereotipo e “talento” è un termine che non assocerei a molti altri, nel cinema horror di oggi).
La novità diffusa da Kellvin Chavez attraverso il solito e informatissimo sito web di Latino Review è che la complessa novella di Howard Phillips Lovecraft, scritta nel 1931 e pubblicata a puntate nel ’36 su Astounding Stories, dovrebbe finalmente rappresentare il prossimo film di Del Toro.
Dalla Warner, che pareva dimostrarvi interesse, il progetto per la realizzazione di At the Mountains of Madness sarebbe passato un paio di settimane fa alla Universal Pictures con l’appoggio della Angry Films di Don Murphy e Susan Montford. Un marchio che dovrebbe garantire la disponibilità di mezzi necessaria a una produzione di portata mondiale.
Che Guillermo del Toro sia un appassionato di H.P. Lovecraft, è già piuttosto noto. Ma alcune delle sue visioni più fantastiche, come gli scorci di “orrore cosmico” sapientemente ritratti nel suo Hellboy (2004), basterebbero da sole a dimostrare che il cineasta messicano ha tutte le carte in regola per non tradire l’opera dello scrittore di Providence, e le fin troppo maniacali attese dei suoi estimatori.
Terminata la post-produzione di Hellboy 2, intorno al prossimo giugno, il nuovo film potrebbe prendere corpo entro il 2009. In attesa di conferme ufficiali… incrociamo i tentacoli.
mercoledì 3 ottobre 2007
"At the Mountains of Madness": fosse la volta buona?
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5 commenti:
Ti ho creato io e ora mi fai concorrenza copiando e aggiungendo cose al minestrone come t'ho fatto ti disfo con queste stesse mani tantevveroiddio che brutta cosa l'internet ora è guerra e vedrai hai sbagliato hai messo la foto di Peter Gacson pensando fosse Tom Savini non sai nulla
Tieni un po' di segni per far respirare il periodo: , , ; . , !
Anche questi
:)
Abbasso il latino nei titoli dei blog.
Chiamalo Prometeo, incatenalo ad una roccia e lascia che un'aquila gli divori il fegato.
Se l'aquila è di gusti buoni, lo servirà con le cipolle (che andrea odia e dunque giovano al supplizio oltre che al soffritto)e innaffierà con un buon rosso (consiglio un aglianico del vulture -l'avvoltoio- del '76.
Quanto ai segni di interpunzione:
-se servono per respirare, speditemeli a casa così li sostituisco al ventolin;
-ammetti di non aver messo puntini sospensivi a raffica per non passare da emo.
Viva gli gnu!
p.s.:
Andrè, i titoli del blog la prossima volta -per par condicio- li voglio in greco antico, koinè attica. Grazie.
Non è Peter Gacson, sono io tre anni e mezzo fa. E mo', appena trovo un minatore che me le scriva inizio a mandare lettere minatorie.
:P
Koiné attica? Manco so quella seminterrata, figuriamoci l'attica...
"Giro un trailer per mostrare loro come questo mondo sia assolutamente unico. Se viene fuori nel modo giusto, penso che allora mi daranno i soldi (per fare il film)."
Siete sicuri che non sia Totti travestito?
Totti?
No, quello è Ai sette colli della follia, mica Alle montagne...
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