sabato 27 ottobre 2007

Gli orrori di Yuggoth


"La chiave avevo di visioni arcane su guglie nel tramonto, e boschi oscuri in distese al di là del nostro mondo: memorie chiuse in fondo all'infinito."
Il volume presenta la raccolta completa dei sonetti di Lovecraft. Poesie sì, ma anche vere e proprie storie dell'orrore, con tanto di trama e colpo di scena finale.

L’anno del settantesimo anniversario della morte continua a essere celebrato con particolare entusiasmo dall’editoria nostrana, coincidendo guarda caso con la caduta del copyright che rende così di pubblico dominio l’opera di Howard Phillips Lovecraft in Italia.

Largo quindi a riedizioni e massicce ristampe, una marea di carta che non accenna a calare con altri volumi che usciranno ancora per grandi e piccoli editori, rischiando di sommergere fra i suoi flutti anche le poche proposte originali.

Barbera Editore, dal canto suo, punta sul sempiterno duo composto da Sebastiano Fusco, curatore, e Gianfranco de Turris autore della prefazione al volume, proponendo quel che resta (lettere a parte) il lato più trascurato di Lovecraft nel nostro paese: la poesia.

Poeta in verità non eccelso, il Gentiluomo di Providence di poemi ne scrisse oltre 250, la maggior parte dei quali in anni giovanili, su metro classico e spesso imitando il prediletto modello settecentesco di John Dryden e Alexander Pope. Raccolti solo in questo secolo nelle 550 e più pagine di The Ancient Track: The Complete Poetical Works (2001), i versi di H.P. Lovecraft si rendono interessanti e sinceri quando toccano gli amati paesaggi, si fanno brillanti e incisivi nella satira, e notevoli infine nel tema fantastico il quale rappresenta tuttavia una minoranza della sua complessiva produzione.

Pur non arrivando alla complessità e al valore dell’amico e collega Clark Ashton Smith, peraltro condividendone certa visione “cosmica”, la poesia lovecraftiana weird tende prevedibilmente all’imitazione giovanile di Edgar Allan Poe per rendersi, in età matura, più vicina alla propria narrativa della quale riprende spunti, situazioni e vicende. Come nel caso dei Fungi From Yuggoth, un ciclo di trentasei sonetti (trentacique inizialmente, il ciclo al completo fu raccolto soltanto nel 1943) composti a partire dal 1929 e collegati fra loro da un sottile filo conduttore, se non schema narrativo del tutto, che parte dall’acquisizione di un misterioso tomo da parte di un innominato narratore, nei primi tre, per poi spaziare in una sorta di sognante percorso tra scene fantastiche e cosmici orrori rivelati.

Qui presentata con il testo originale a fronte, la traduzione commentata dell’intero ciclo di Fungi From Yuggoth non è in realtà un inedito essendo stata già pubblicata nel 1998, sempre per opera di Fusco, ne Il vento delle stelle. Un corposo volume pubblicato dalla scomparsa Agpha Press, quest’ultimo, il quale comprendeva tutti o quasi i versi fantastici dello scrittore del Rhode Island, con gli originali in appendice, estratti epistolari, e varî apporti narrativi.

Su sito web di Barbera Editore, che in luogo della definitiva copertina riporta al momento una curiosa errata bozza col nome H.G. Phillips Lovecraft, è possibile scaricare un “assaggio” in formato PDF comprendente sei pagine del libro.

Gli orrori di Yuggoth
Howard Phillips Lovecraft
collana Il rosso e il nero, Barbera Editore, 2007
brossura, 123 pagine, Euro 14,00
ISBN 88-7899-192-7


5 commenti:

galerius ha detto...

Ho acquistato all'epoca dell'uscita Il Vento delle stelle e, non essendo un collezionista, non penso prenderò anche questo nuovo volume.

En passant, vorrei segnalare uno smilzo libretto, sempre di Barbera, che ho trovato per combinazione mentre cercavo un'altra opera : Streghe, fantasmi, lupi mannari nell'antichità, che potrebbe costituire un'introduzione a un'epoca praticamente ignorata dalla narrativa o dal cinema per quanto riguarda il lato fantastico-horror.

Andrea Bonazzi ha detto...

In effetti contiene lo stesso materiale e commento, limitandosi ai Fungi. Ci sono in più sei pagine d'introduzione di de Turris, e c'è una cronologia in fondo. Non ho controllato se pure le note al testo sono le stesse.

Grazie per la segnalazione, probabilmente sarà utile a Tatiana per la bibliografia della tesi! :)

galerius ha detto...

Non so su cosa verta la tesi di Tatiana, ma allora, già che ci sono, vi segnalo anche questo :
Antonio Stramaglia
Res inauditae, incredulae. La storia di fantasmi nel mondo greco-latino, Levante Editori.
http://www.levantebari.com/ran24gl.htm
E' un volumone di 560 pagine che ho intenzione di regalarmi questo Natale... ;)

galerius ha detto...

Non ho controllato se pure le note al testo sono le stesse.

In parte sì, perlomeno quelle dello specimen ; anche se con integrazioni o cambi, a seconda dei casi ( le note a "I Piccioni", ad esempio, trattano argomenti differenti : cosmologia fantastica qui, e 'logistica' newyorkese ne Il Vento... ).

Andrea Bonazzi ha detto...

Grazie!
Di "lovecraftate" e affini non ne riporto in forum di comune frequentazione, per la netta sensazione di parlare al vuoto.