lunedì 19 novembre 2007

Gérard Trignac, architetture dell'ombra



Nato a Bordeaux nel 1955, Gérard Trignac studia architettura prima di specializzarsi nelle tecniche dell’incisione presso l’Académie des Beaux-Arts di Parigi.
Le sue stampe, acquisite da musei francesi, spagnoli e americani, hanno illustrato fra l’altro preziose edizioni limitate de L’immortale di Jorge Louis Borges e Le città invisibili di Italo Calvino.

Paesaggi urbani utopici o surreali come rovine di una rivoluzione industriale parallela; città sepolte nell’immaginario, forse troppo umane per collocarsi oltre le Montagne della Follia e riconoscibili in un “altrove” appena dietro l’angolo, all’incrocio tra memoria e fantasia. Come in una “nostalgia di cose sconosciute,” per saccheggiare una bella frase di Clark Ashton Smith.

Nelle incisioni di Trignac, le architetture fantastiche del sogno e dell’incubo si inseguono in fughe prospettiche nei meandri dell'ombra, le quali non possono che richiamare la visione di un Giovanni Battista Piranesi. E le oscure profondità delle Miniere di Moria.

Gallerie: Gérard Trignac in galleriadelleone.com e in crypto.freeze.org

1 commento:

galerius ha detto...

Vengono in mente le parole di Buzzati : "Chi capisce l'atmosfera di aspettazione che si crea nel tardo giorno là dove tutto è immobile e come morto..."

Veramente un grandissimo artista, questo Trignac. Solo certe incisioni di Doré dal Paradiso Perduto mi hanno dato sensazioni altrettanto indefinibili, di assorta stupefazione.