martedì 11 dicembre 2007

Sdoganando Lovecraft in patria: The Library of America


In un periodo nel quale i versi di Howard Phillips Lovecraft trovano nuove edizioni italiane e un rinnovato interesse attraverso manifestazioni e incontri, si potrebbe oziosamente rimuginare sul come la rivalutazione dell’autore in patria, sorta di ufficiale “sdoganamento culturale, sia avvenuta proprio attraverso un paio di poesie. Due titoli appena, antologizzati in una delle più prestigiose collane librarie americane, spianando la strada per una successiva raccolta personale e al conseguente ingresso nei “quartieri alti” della letteratura statunitense.

Il primo passo in questa direzione si ha nel 2000, con l’uscita presso la Library of America di American Poetry: The Twentieth Century, volume one: Henry Adams to Dorothy Parker, primo di due volumi rappresentativi della poesia americana del XX secolo, a cura di Robert Hass, John Hollander, Carolyn Kizer, Nathaniel Mackey e Marjorie Perloff.

Mentre rattrista un po’ il non vedere anche un Clark Ashton Smith accanto a George Sterling tra i vari Masters, Pound ed Eliot del volume one, è in qualche modo una sorpresa trovarvi invece Lovecraft con The Well e Alienation (in italiano XI. Il pozzo e XXXII. Alienazione), due tra i migliori sonetti dei Fungi From Yuggoth composti tra il 1929 e il ’30.

La Library of America, fondata nel 1979 con l’appoggio di enti federali, è qualcosa di più di una collana di prestigio come può essere la Bibliothèque de la Pléiade in Francia, che prende peraltro a modello. Come editore non-profit, il suo scopo è pubblicare e mantenere in stampa opere dei più significativi scrittori americani, finendo così per rappresentare una sorta di “canone” d'autorevolezza per l’intera letteratura nazionale. Un canone da sempre piuttosto rigoroso, quello della Library, che poco o nulla concede al fantastico se non attraverso i classici di Poe o il gotico di Charles Brockden Brown. Poco o nulla, fino al 2005.

Nel marzo di quell'anno esce infatti Tales, raccolta di 850 pagine comprendente The Call of Cthulhu, The Colour Out of Space, At the Mountains of Madness, The Shadow Over Innsmouth, The Shadow Out of Time e altre diciassette storie selezionate da Peter Straub, cui è affidata la cura del volume. La prima edizione va esaurita in due mesi, H.P. Lovecraft passa allo scaffale dei classici e il suo nome esce dai locali bassifondi della letteratura popolare per essere finalmente citato senza remore, anche se spesso a sproposito, su quotidiani e riviste non specializzate.

Cosa più rilevante, l’edizione di Lovecraft apre la via a una più seria considerazione letteraria per i generi del fantastico, almeno negli Stati Uniti. Opere di fantascienza e horror, autori fino a ieri considerati al massimo come mestieranti del pulp, si ritrovano finalmente nella stessa collana con Twain, Hawthorne, Melville, Faulkner e gli altri nomi "consacrati alle lettere." Dopo la raccolta lovecraftiana, nel maggio del 2007 è la volta di Philip K. Dick del quale si pubblica Four Novels of the 1960s, volume curato da Jonathan Lethem. E i prossimi, in lista d’attesa, sono Ray Bradbury e Ursula K. Le Guin.

Tornando al Gentiluomo di Providence, chissà come l’avrebbe presa Edmund Wilson a trovare un suo volume in tale contesto. Wilson, considerato uno dei maggiori critici letterari del suo tempo, fu al contempo ispiratore dell'istituzione della Library of America (realizzata sette anni dopo la sua morte) e il più severo dei critici di Lovecraft, i cui racconti definì “cattivo gusto e cattiva arte” in un articolo dall’eloquente titolo di Tales of the Marvellous and the Ridiculous (“Racconti del meraviglioso e del ridicolo”), sul New Yorker del 24 novembre 1945.



(Articolo pubblicato sulla rivista Studi Lovecraftiani - anno III, numero 7, inverno 2008)

1 commento:

Massimo ha detto...

I critici spesso prendono delle grosse cantonate e fanno molto danno...In Giappone Pasolini come poeta e' praticamente sconosciuto (dove in qualita' di regista cinematografico e' invece parecchio noto) tutto perche' qualche decina di anni fa un famoso e rispettato critico locale defini' la sua poesia di "basso livello"...