venerdì 30 novembre 2007

Le Livre Qui Rend Fou / A Book of Unspeakable Things


Prosegue fino all’8 di aprile presso La Maison d'Ailleurs di Yverdon les Bains, in Svizzera, la mostra L'expo qui rend fou; H.P. Lovecraft et le livre de raion / An Exhibition of Unspeakable Things allestita in occasione del 70° anniversario della morte di Howard Phillips Lovecraft, per la quale è stato realizzato un catalogo attualmente in vendita presso il museo stesso e, anche in rete, attraverso la catena delle librerie Payot.

Robusto volumetto rilegato in tela nera, senza alcun titolo oltre all’originale teschio stilizzato del logo ufficiale impresso in argento sul piatto di copertina, Le Livre qui rend fou / A Book of Unspeakable Things seleziona novanta singole illustrazioni fra quelle del centinaio circa di artisti in esposizione e raccoglie concisi interventi inediti di sedici autori internazionali della fantascienza e del fantastico, il tutto curato dal responsabile della mostra Patrick J. Gyger con testi sia in francese che di lingua inglese in parallelo.

Una stringata introduzione si occupa di presentare la “mostra di cose indicibili” ispirata ai contenuti del Commonplace Book (in italiano: Diario di un incubo. Taccuini 1919-1935, Mondadori 1994), il taccuino sul quale Lovecraft nel corso di una quindicina d’anni annotò idee e spunti, soggetti e semplici abbozzi narrativi spesso mai ripresi. Ogni contributo artistico all’iniziativa viene infatti chiamato a citare una delle duecentoventidue voci che compongono la compilazione lovecraftiana, o a rifarsene in qualche modo.

Brevissimi i testi originali, mai superiori alla misura di una pagina e al più senza titolo oltre la citazione integrale dello spunto che scelgono di affrontare. Si tratta di brani sovente compressi in storie non a pieno sviluppate, come propongono Jeffrey Ford, David Collin, Terry Bisson, Lucius Shepard, Norman Spinrad, H.H. Løyche, il Paula et Morthilla di Jacques Finné e The Trace of Him di Christopher Priest. Alcune più compiute, come quella di James Morrow sul tema “Hand of Dead Man Writes” che si conclude con l’espediente grafico della riduzione progressiva del carattere di stampa. Ci sono strizzate d’occhio a Lovecraft come personaggio in Les livres de la Ville Noire di Philippe Forêt, oppure agli effetti dell’ipotetico racconto se davvero fosse stato da lui scritto sulla base dell’annotazione, come avviene per Eugène, o anche recensioni e citazioni di tali possibili opere per Paul Di Filippo e per Ian Watson, in Quatrième de couverture rédigée par Pierre-Yves Lador di Pierre-Yves Lador e nella Critique de “L’Île de la Vierge” de H.P. Lovecraft del nostro Valerio Evangelisti.

Il catalogo vero e proprio dell’esposizione occupa, com’è ovvio, la parte maggiore del libro con esempi di ogni tecnica, dalla semplice vignetta in bianco e nero all’illustrazione pittorica e la fotocomposizione, e di ogni tipo di approccio dall’umorismo all’horror, con una varietà d’opere di forte impatto e alcune altre che non sempre hanno l’aria di essere granché in argomento. Sempre accompagnate al riferimento lovecraftiano bilingue, qualcuna fra le riproduzioni risulta particolarmente penalizzata dal formato ridotto del volume (cm. 21x15) e avrebbe certo trovato resa migliore con una stampa su carta lucida. L’ampia tavola orizzontale di John Coulthart, per esempio, è ridotta ai minimi termini a causa della larghezza della pagina, mentre quella di Paul Carrick quasi si perde alla vista in un verde buio di tonalità troppo scure.

Sempre comunque interessante nella scoperta di tanti nomi fra i meno noti, il lungo elenco degli artisti pubblicati comprende in rigoroso ordine alfabetico: Albertine; Aeron Alfrey; Sylvain Amacher; Fred Bastide; Jose Antonio Bautista; Bénédicte; Noah Berlatsky; Stephan Bersier; Bertschy; Christian Bili; Eric Braün; Gabriel Br.; Giacomo Carmagnola; Paul Carrick; Caza; Daniel Ceni; Jean-Michel Cholette; Albin Christen; Gilles Christinat; Cosey; John Coulthart; Marc Da Cunha Lopes; Brendan Danielsson; Guy Davis; Antoine Déprez; René Donais; Randy DuBurke; Antoine Duplan; Kevin Evans; Léonard Felix; Deak Ferrand; Mathias Forbach; Fufu Frauenwahl; Fritz & Ángel Olivera; Hugues Lapaire; Stephan Gaudin; Gess; H. R. Giger; Thomas Gilbert; Goomi; Gnot Guedin; Antoine Guex; Alban Guillemois; Gwabryel; Karen Ichters; Anna-Maria Jung; Julien Käser; Jean-Philippe Kalonji; Körner Union; Krum; Guillaume Long; Denis Martin; Laurent Mettraux; Monsieur Mishimoto; Mix & Remix; Sebastián Mulero; Jason Murphy; Julien Noirel; Johan Nowasad; Noyau; David Paleo; Fernando Pascual; Nancy Peña; Yann Perrelet; Stéphane Pichot; Nicolas Pitz; Plonk et Replonk; Alexandre Pointet; Mark Prent; Björn Quiring; Richard Raaphorst; Nadia Raviscioni; Jeff Remmer; Émile Roduit; François Rouiller; Jérémie Royer; David Saavedra; Patrick Saradar; Rick Sardinha; Irene Schoch; Andrés Soria; Laurence Suhner; Erwann Surcouf; Olivier Texier; Jason Thompson; Tom Tirabosco; Tito; Régis Tosetti; Walder; Anne Wilsdorf.

Le Livre qui rend fou / A Book of Unspeakable Things
Textes et illustrations inspirés du “Livre de Raison” de H.P. Lovecraft
autori vari
catalogo della mostra, Maison d'Ailleurs, 2007
rilegato, 128 pagine, 90 illustrazioni in b/n e a colori, CH Franchi 37.00
ISBN 2010139860206


(Recensione pubblicata sulla rivista Studi Lovecraftiani - anno III, numero 7, inverno 2008)

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