martedì 17 marzo 2009

Harry O. Morris. La realtà è un collage d’incubi



Celebrato illustratore e protagonista della piccola ma agguerrita editoria americana del fantastico, scovare una qualunque nota biografica su Harry O. Morris appare tuttavia un’impresa disperata. Le pagine dedicategli nel recente art book tematico A Lovecraft Retrospective (2008), fra le poche informazioni disponibili, rivelano come il suo interesse verso l’immaginario horror sia iniziato nell’infanzia, tra la fine degli anni 50 e l’inizio del successivo decennio frequentando le proiezioni dei B-movies nei cinema di Albuquerque, la città del Nuovo Messico in cui tuttora vive. E ancora frequenta le prime classi delle medie quando si accende la sua passione letteraria verso il genere, nel 1964, con la scoperta di un tascabile di H.P. Lovecraft.

Proprio come appassionato nella tripla veste amatoriale di editore, curatore e artista inizia nel 1970 a pubblicare Nyctalops, una tra le fanzines lovecraftiane più significative che si evolverà negli anni 80 in direzione di un weird radicalmente rinnovato; quello, per intenderci, di autori quali Thomas Ligotti che proprio sulla rivista fa il suo esordio. E con la Silver Scarab Press, minuscola casa editrice specializzata sorta dalle esperienze di Nyctalops, Ligotti pubblicherà il suo primo libro, quel Songs of a Dead Dreamer (1985) accompagnato in copertina e per gli interni dai collages fotografici di Morris.

Attratto dal surrealismo in maniera crescente dalla seconda metà dei 70, Harry Morris Jr. – come ai primi tempi si firmava – compone le proprie visioni cupe fra l’allucinatorio e l’angosciante dapprima con la tecnica del collage, riassemblando elementi estranei in nuove combinazioni d’incubo cui, nel corso degli anni, andrà a fondere il montaggio fotografico sino all’odierna elaborazione digitale.

Gallerie: spazio web ufficiale sul sito Gauntlet Press; illustrazioni interne per Songs of a Dead Dreamer e altre tavole ligottiane sulle pagine di Thomas Ligotti Online.

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