Qualcosa si sta lentamente muovendo, persino in Italia dove la sua prima raccolta Songs of a Dead Dreamer ha trovato traduzione presso Elara Libri. Thomas Ligotti non è più un segreto così ben custodito come si diceva un anno fa in occasione dell’uscita di The Nightmare Factory, il primo volume a fumetti tratto dalla sua narrativa. Il “segreto” sta trapelando, l’interesse cresce e si diffonde, alcuni suoi libri stanno uscendo in edizione economica nel Regno Unito, finalmente accessibili al mercato di massa, e nel campo dei comics la fabbrica ligottiana degli incubi fa il suo atteso e gradito bis, secondo appuntamento in una serie annuale che promette di essere longeva.
Curato da Heidi MacDonald con L. Eric Lieb per Fox Atomic Comics/HarperCollins, The Nightmare Factory: Volume 2 si affida ai tratti grafici di Vasilis Lolos (The Last Call, The Pirates of Coney Island), Bill Sienkiewicz (Elektra: Assassin, 30 Days of Night: Beyond Barrow), Toby Cypress (Killing Girl, Batman/Nightwing: Bloodborn, Predator: Home World) e Nick Stakal (Criminal Macabre: My Demon Baby, Strange Girl), conservando le firme di Joe Harris e Stuart Moore che tornano a spartirsi i quattro nuovi adattamenti dei racconti di Ligotti, tratti ancora dall’omonima antologia personale (The Nightmare Factory, Carroll & Graf 1996). Un moderno weird horror che mette in discussione la percezione della realtà, e della propria identità stessa dispersa in un mondo nel quale sfugge ogni certezza; in cui nulla sarà più ciò che appare. Orrore che mina la scontata filosofia
Gas Station Carnivals è la storia di apertura, scritta da Harris su tavole di Vasilis Lolos. I falsi ricordi di piccole, decadenti e improbabili fiere da luna park collegate a stazioni di servizio segnano l’inizio dell’incubo per uno scrittore. La fiera, e l’immobile, sinistro showman
Lolos lascia irrompere nel disegno appena i giusti tratti d’irreale, stilizzando la figura grottesca e minacciosa dell’uomo di spettacolo in un ghigno intravisto, e nelle simboliche finiture dell’abito a ricordare uno scheletro.
Sempre di Joe Harris il seguente The Clown Puppet, illustrato da Bill Sienkiewicz con più ambizioso taglio surreale, tra sfumati e drastici contrasti cromatici a farsi carico, fors’anche in eccesso, del tono descrittivo del racconto.
Cambiare vita e lavoro di continuo a nulla vale, e la “visitazione” cui periodicamente va soggetto il personaggio potrebbe pure non esser frutto del suo cupo disagio mentale. L’assurda clownesca marionetta, i cui fili si vedono perdersi nel nulla in tutto il beffardo e insensato irreale del suo manifestarsi, se non uno scopo alcuno potrebbe forse avere degli effetti...
The Chymist, nella riduzione di Stuart Moore, è disegnato da Toby Cypress per l’inchiostrazione di Rico Renzi. L’approccio visivo è qui caricaturale, in una chiave di lettura che dell’ininterrotto monologo del racconto originale, fra divertito sarcasmo e implicito orrore, sembra voler privilegiare un tono ironico.
Il chimico della vicenda, sola e unica voce narrante, “rimorchia” una prostituta in un locale d’un quartiere piuttosto equivoco, sino ad accompagnarla nella stanza di lei in albergo. Ma di certo i suoi scopi non corrispondono a quel che la sfortunata signorina poteva prevedere...
Di Moore è anche il conclusivo The Sect of the Idiot, coi sobri disegni di Nick Stakal, colorati da Lee Loughridge, scanditi da un lento ritmo d’immagini e didascalie rarefatte.
In uno dei racconti più “lovecraftiani” di Ligotti, i sogni di un uomo solitario, ritiratosi in una vecchia tranquilla cittadina, lo conducono a un enigmatico circolo d’incappucciati il cui aspetto non sembra molto umano. Sempre che sia solo un sogno. Sempre che il sognatore stesso, infine, ancora sia del tutto umano...
Ogni fumetto è preceduto da una pagina introduttiva di Thomas Ligotti. Alle note biografiche finali si aggiungono la riproduzione dell’ottima illustrazione di copertina realizzata da Jon Foster, e una cupa suggestiva tavola di Tim Bradstreet utilizzata dalla Fox Atomic come prima immagine promozionale.
Un buon rapporto, questo, tra letteratura e comics anche considerando le debite difficoltà e differenze d’esito nella trasposizione dall’uno all’altro mezzo. Certamente una preziosa e più vasta vetrina per un particolare horror, quello fantastico e weird, piuttosto lontano dal gusto popolare e consolatorio dei bestsellers. E di un autore che, per abusare ulteriormente delle solite trite analogie, ha oggi per l’evoluzione del genere un’importanza paragonabile a quella che ebbe Lovecraft nel secolo scorso.
In italiano, nel frattempo, è disponibile l’edizione Free Books del primo volume della serie, La fabbrica degli incubi. Il consiglio, agli indecisi e ai potenziali curiosi, è di andare in fumetteria per dargli almeno una sfogliata.
The Nightmare Factory: Volume 2 Based on the stories of Thomas Ligotti S. Moore, J. Harris, V. Lolos, B. Sienkiewicz, T.Cypress, N.Stakal Fox Atomic Comics / HarperCollins, 2008 Brossura, stampa a colori, 112 pagine, U.S. $ 17,99 ISBN 978-0-06-162636-4 |
2 commenti:
Qualche parolina di più su "La fabbrica degli incubi"? ;-)
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"La fabbrica degli incubi" è finalmente uscito per la Free Book, ma non ho avuto occasione di sfogliarlo quindi non saprei come sia venuta la versione in italiano. Non l'ho comprata avendo già il fumetto originale Fox Atomic, sul quale avevo basato quanto scribacchiato sempre qui, l'anno scorso, in http://in-tenebris-scriptus.blogspot.com/2007/11/nightmare-factory.html
Dei racconti di Ligotti, sull'ultimo Nova SF* 78 appare "L'ultima festa di Arlecchino". Altro dovebbe uscire l'anno prossimo ancora presso Elara.
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