venerdì 5 dicembre 2008

Piombo: i versi di George Bacovia


“4. Piombo (Plumb), di George Bacovia. Poemi da unarretrata città romena in cui la stagione è o autunno o inverno, il tempo del giorno è il crepuscolo, l’atmosfera densa di melanconia o d’ansia, i parchi e le vie sono deserti, stanze claustrofobiche si affacciano su mattatoi e cimiteri, e sempre c’è da seguire un funerale. Qualche titlolo: «Vespro autunnale,» «Vespro invernale,» «Vespro violetto,» «Nero,» «Grigio» e «Vespro antico».”

A firmare questa laconica descrizione è lo scrittore americano Thomas Ligotti, nell’elencare la raccolta dei versi di Bacovia fra i dieci classici della poesia macabra e orrifica di sempre secondo una propria “classifica” personale, Thomas Ligotti’s Ten Classics of Horror Poetry, appositamente compilata per il recentissimo omnibus tematico The Book of Lists: Horror (Harper, 2008). Un omaggio forse persino imbarazzante per certa “accademia” provenendo dal mondo della letteratura di genere; segno tuttavia di quanto l’opera del poeta simbolista romeno, immaginifica e cupa, risulti attuale e incisiva anche attraverso la propria diffusione in lingua inglese.

George Andone Vasiliu, tale il vero nome di George Bacovia, nasce nel 1881 a Bacău nell’est della Romania. Laureato in legge senza mai esercitare la professione di avvocato, vive come impiegato e talvolta insegnante di calligrafia e disegno, trascorrendo gran parte della propria esistenza a Bucarest sino alla morte nel 1957. Del 1916 il suo primo volume Piombo (Plumb), seguito da cinque altre raccolte: Scântei galbene [letteralmente, “Faville gialle”] nel 1926; Cu voi [“Con voi”] nel ‘30; Comedii în fond [“Commedie in fondo”] nel ‘36; Stanţe burgheze [“Stanze borghesi”] nel ‘46 e Poezii [“Poesie”] infine nel 1956.

Presto influenzato dai simbolisti francesi, nell’aura dei “poeti maledetti” da Poe a Baudelaire, Verlaine e Maurice Rollinat, i suoi versi brevi, concisi e frammentati tra sospensioni e stacchi, incidono paesaggi crepuscolari di desolazione; dipingono malinconie, solitudini e angosce sulle tavole cromatiche del nero e grigio, con rari tocchi di colore come a più tragico, netto contrappunto. Non filtra luminosità né calore in questa realtà funerea, erosa da un’entropia senza speranze, opprimente come una prospettiva di carceri piranesiane da cui nemmeno il pensiero della morte lascia evadere.

Qui da noi ancora scarsamente conosciuto, soltanto alcune fra le poesie di Bacovia erano sinora tradotte e diffuse in sparse antologie di romenistica, mentre un’edizione bilingue di Piombo era apparsa più di trent’anni fa come Plumb / Piombo, data alle stampe in Romania con versione italiana di Mariano Baffi (Minerva, Bucarest 1976) e ormai introvabile al di fuori delle biblioteche. Scarsa se non assente perfino su web ogni presenza e documentazione in proposito, nella nostra lingua, salvo rari interventi come quelli di Flavio Pettinari sulle proprie pagine, e Ian Delacroix per Il Cancello.

Novità dello scorso ottobre, per la prima volta in Italia un’antologia interamente dedicata a George Bacovia giunge finalmente dalla piccola editrice romana Fermenti.

Piombo. Versi / Plumb. Versuri è un volumetto di centoventi pagine che affianca i testi in lingua originale a quelli in italiano, con oltre un’ottantina di versi scelti dall’opera complessiva del poeta – non solamente, quindi, dal suo libro d’esordio, come il titolo avrebbe potuto suggerire. Pubblicata con il contributo della Fondazione Marino Piazzolla, la raccolta viene curata e tradotta dall’italianista romeno Geo Vasile che pure ne firma il saggio introduttivo.

“Questa parsimoniosa selezione dall’opera del più attuale tra gli interbellici romeni, cioè George Bacovia (1881-1957) si rivolge prima di tutto al lettore italofono, meno interessato dei dettagli storico-letterari, curioso piuttosto di capire il messaggio poetico e profetico di una sincopata ma longeva parabola moderna al cospetto della postmodernità, romena ed insieme europea. La selezione offerta dal sottoscritto non ebbe modo di evitare un certo soggettivismo del lettore, nonché del traduttore, anche se sempre attento al valore estetico del testo, alla sua forza di rappresentare pars pro toto il Bacovia delle tappe percorse a partire dal volume Piombo (1916) fino a Stanze borghesi (1946), ma anche il poeta della partitura unica, chiaroveggente, di grande impatto per la poesia romena tanto negli ultimi tre decenni del ventesimo secolo, che adesso, a 50 anni dalla sua morte”.

L’introduzione, di cui sopra si riportava l’incipit, prosegue rendendosi forse più sonoramente specialistica in tono di quanto un primissimo approccio italiano all’autore avrebbe richiesto, perlomeno presso il medio lettore “curioso” cui tendeva inizialmente a rivolgersi, affidando alla seguente cronologia bio-bibliografica ogni principale elemento informativo circa la vita e le attività del poeta.

Puntuali le traduzioni, nel rispetto del ritmo come finanche della rima; persino meticolose all’eccesso nel ricercare una corrispondenza di termini che, per quanto tecnicamente esatta, suona a volte meno felice di altre scelte possibili, nell’italiano, tradendo magari la lettera in favore del senso. Mancano poi precisi riferimenti a data e provenienza di ogni singolo titolo, ben che forse non indispensabili in contesto divulgativo, né viene segnalato il caso di proposta non integrale del componimento.

A seguito un esempio significativo dai versi di George Bacovia, quasi a visione di un ultimo, definitivo “confrontarsi col nulla.” Si tratta della parte I della poesia Sic transit, tratta dal volume sempre nella versione di Geo Vasile.


Attesa e necessaria iniziativa editoriale, l’uscita segna anche nel nostro paese, in endemico ritardo, il punto d’inizio per una diffusione più ampia e un migliore apprezzamento della poetica bacoviana. Certo di enorme interesse, per tematica, visione e approccio se non altro, pure nell’ambito letterario gotico e fantastico.

Piombo. Versi / Plumb. Versuri
George Bacovia
Collana Nuovi Fermenti/Letteratura internazionale, Fermenti Editrice, 2008
brossura, 120 pagine, Euro 10,00
ISBN 978-88-89934-55-5

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Il tuo 'blog' vale da solo più di tutti i siti pseudohorror (perché tali sono) che ci sono in rete, che più che parlare di cose che con il fantastico e il perturbante non c'entrano nulla non fanno (i vari filmetti innocui e tamarri alla underworld, i libri adolescenziali e via così... TUTTO purché non sia horror, ma spacciato per tale...)
Segnalazioni serie (che non siano al massimo 'scambi di favori')su altri lidi non ne vedo da almeno un paio d'anni.

Ian

Andrea Bonazzi ha detto...

Thanks...
Uno però a questi livelli può scrivere ciò che crede, senza porsi il problema di mantenersi un seguito o di non piacere all'editore di turno. Per carità, anche qui ci sono i bannerini pubblicitari... ma quando nessuno se li fila per settimane, e se nulla arriva "aggratis" per farsi segnalare (o non arriva più, dopo una prima opinione), non mi cambia nulla.

Un sito o portale di genere, horror compreso, muore o meglio diventa sterile vetrina quando trova abbastanza seguito da guadagnare sulle varie forme di pubblicità. Da lì, si sfrutta al più il lavoro di giovani volenterosi con frequente ricambio di collaboranti, scarsi lampi di originalità (non manca il copincolla a scapito e rischio del sito ospitante) e gran dose di conformismo, sottintesa se non espressamente richiesta.
Quando inizi a vivere di pubblicità, di promozioni e relazioni pubbliche, smetti per conseguenza di esercitare voce critica, sennò addio contatti professionali, e inizi a "vendere".
Al massimo, consenti minime dosi critiche a qualche "nome" che, in quanto tale, si assume responsabilità per le proprie parole in luogo della testata. All'editore che ti foraggia non puoi far recensione che non sia entusiastica, nemmeno come eccezione alla regola. Anzi, non puoi far recensione critica, stop.

Negli ultimi anni, noto come il pubblico web non sia apparentemente più in grado di distinguere fra una segnalazione d'uscita (la maggior parte degli articoli librari in rete) e una critica o recensione.

Vabbè, chiacchiere da Yuletide... Fattostà che quando l'informazione non viene acquistata od offerta in quanto tale, si fa solo promozione commerciale.

Anonimo ha detto...

Anche la versione del 1976 contiene oltre alle poesie di "Piombo" anche quelle delle altre raccolte, forse non tutte, per esempio non c'è "Sic Transit", nemmeno con un titolo diverso. Nell'edizione nuova c'è scritto da dove è estratta?

Andrea Bonazzi ha detto...

L'edizione Fermenti non indica la provenienza dei versi. C'è soltanto una lista iniziale dei volumi dalle quali sono state scelte le poesie nel complesso.
Comunque, "SIC TRANSIT" si trova in Stanţe burgheze (Stanze borghesi), del 1946.

http://www.cauti.ro/carti/carti/compara_preturi--~~Plumb.html

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

A tutti quelli che sono interessati alla poesia romena e soprattutto ad una poesia ricca di elementi fantastici, onirici e surreali, desidero segnalare un interessante volume di poesia contemporanea appena pubblicato: COMA di Ruxandra Cesereanu pubblicato dall'Aracne Editrice... di cui riporto qui alcuni versi:

"Notte scarnificata, senza contatti corporali, / la camera precipita con tutti gli oggetti vivi. / La luna cresce dal muro come una tumefazione, / I gufi vi si posano per sonnecchiare. / Sul ponte passa un mendicante o un lupo verde scintillante. / Al crocicchio la vergine-pipistrello batte le ali fischiando. / La quiete nera dei fantasmi senza sangue / si sente fin nelle vene di una campana."

Spero questa segnalazione possa interessare.
Cordialmente

Veronica Ponti